Dopo quattro giorni, il Signor Giovanni si fece portare a Parma e, dopo alcuni giorni, fu risanato dalla piaga. E meglio fu per lui, poiché, se fosse rimasto sotto Pavia sino alla fine dell'assedio, sarebbe stato con gli altri o morto o preso. M. Verri, “Narrazione del pavese Martino Verri, testimonio oculare dei fatti accaduti
La notte seguente, a hore 4, di nuovo sentissimo tante artiglierie grosse e minute, che parea il mondo rovinasse nel campo dei Francesi. Per quello che hanno riferito le spie, fu il Sig. Marchese de Pescara che assaltò il campo dalla banda dei Lansquenet, e molti ne morirono; ma essendo mal instrutto, non so dir
Oltra di questo è da sapere, como in questi medesimi tempi, essendosi già molti giorni innanzi il signor Gioan Lodouico Pallavicino accordato col Rè di Francia, ragunate molte persone, egli era entrato a nome del Rè in Casalmaggiore, castello cremonese edificato sulla riva del Po, & quiui dimorando non poco disturbava gli Cremonesi; il perché
Il 18 febbraio 1525 si impose come una giornata di dolore e di svolta sotto le mura di Pavia. Tre diverse cronache, raccolte da testimoni dell’epoca, ci restituiscono un mosaico di eventi che si intrecciano tra tragedia e vittoria, con un nome su tutti a emergere dal fumo della battaglia: Giovanni de’ Medici, il feroce
La notte seguente, dal nostro esercito all'esterno, arrivarono quattro cavalli leggeri che portarono lettere, ma il loro contenuto rimase sconosciuto. Tuttavia, confermarono la rotta del signor Rinso. Le spie riportarono che le trincee di entrambi gli schieramenti si erano avvicinate tanto da distare appena venti braccia l'una dall'altra. Inoltre, il Marchese di Pescara aveva dichiarato
Adì 15 e 16, non avvenne nulla di degno di memoria. Tuttavia, continuammo a costruire certi cavalieri attorno alla muraglia e sopra il torrione del castello per colpire il campo dei nemici. Ogni giorno infliggiamo loro grande danno e, se avessimo abbondanza di polvere da sparo, potremmo condurre una guerra ancora più efficace contro di
L'altro giorno, soffiando i venti con empito grandissimo, ciascuna parte cheta restò ne' suoi alberghi. E in quel dì vennero alcune spie in Pavia, le quali narrarono come, mentre si avvicinavano in soccorso dei francesi diciassette bandiere di fanti, i quali erano sotto il governo del signor Renzo Orsini e che, sbarcati a Savona da
Nel giorno 14 febbraio 1525, sotto l'assedio che opprimeva Pavia, il valore degli imperiali guidati dal signor Antonio de Leyva rifulse in una delle più celebri imprese della resistenza cittadina: la grande sortita contro le truppe francesi e italiane stanziate presso il cortile di Campeggi. La carestia affliggeva la città. Il vino scarseggiava, i viveri
Adì 13, alcuni dei nostri cavalli leggeri uscirono da Porta Nova di Milano e cavalcarono fino al Borgo di San Salvador e a San Lanfranco, catturando molti vivandieri in diversi luoghi. Da questi si apprese generalmente che le nostre forze provenienti da Alessandria avevano sconfitto il signor Ranzo e il duca d'Albania, i quali erano