Adì 12 il nostro campo fece una grossa scaramuzza con i nemici, e l'artiglieria, sia grossa che minuta, lavorò intensamente. Così, intorno alle 20 ore, i nostri uscirono dalla città alla darsena con circa 500 fanti e 50 cavalli leggeri, e corsero fino a Santa Polinara, dove bottinarono abbondantemente e uccisero molti Svizzeri. Vero è
La notte seguente arrivarono tre cavalleggeri dal nostro campo, portando molte lettere ai nostri capitani. Tra le notizie riferirono che il Signor Marchese di Pescara aveva ingaggiato una grossa scaramuccia con gli svizzeri, uccidendone più di 300, e che il nostro esercito era avanzato di oltre 200 braccia. Non so se crediate che la vittoria
L'altro giorno accadde che un gruppo di spagnoli tese un agguato a certi svizzeri, i quali stavano portando ai loro alloggi uova e bottino. Vedendo di essere in numero molto inferiore rispetto agli aggressori, gli svizzeri abbandonarono ogni difesa e cominciarono a fuggire, mentre gli spagnoli li inseguivano e li abbattevano. Alla fine, gli svizzeri
La notte seguente, quaranta gianetteri, ciascuno dei quali aveva sulla groppa del cavallo un sacchetto di polvere d’artiglieria, partendosi dall’esercito imperiale e girando ora per questo, ora per quell’altro bosco, passarono attraverso tre compagnie nemiche. Infine, sul far dell’aurora, entrarono in Pavia. Il signor Antonio, che sapeva della grandissima carestia di tale polvere nella città,
L'8 febbraio, l'aria era così densa di nebbia che gli abitanti di Pavia non riuscivano a vedere l’esercito francese, il quale non distava più di cinquecento passi dalla città. Tuttavia, alcune spie riferirono loro che quel giorno si erano svolte alcune piccole scaramucce e che si sarebbe combattuto con maggiore intensità, se una pioggia sottile,
Il 7 febbraio il nostro esercito, per quanto potevamo comprendere, fece pochi movimenti, limitandosi a qualche scaramuccia. Dalla parte dei francesi si udirono numerosi tiri d’artiglieria, mentre i nostri, secondo il giudizio comune, ne spararono soltanto due. I soldati della città, incoraggiati dalla vittoria del giorno precedente, chiesero di poter uscire nuovamente, e il signor
Il giorno 6 di febbraio, l'esercito dell'Imperatore, preceduto da cinquecento cavalli leggeri e altrettanti esploratori, si avvicinava al campo nemico, il quale era circondato da fossati, bastioni e artiglierie. Non appena i francesi se ne accorsero, scaricarono sei grossissimi pezzi d’artiglieria. Tuttavia, gli imperiali, esperti nel combattimento, si abbassarono rapidamente a terra, rendendo vano il
Il giorno 5 di febbraio, due compagnie di tedeschi e alcuni pavesi uscirono da Pavia verso occidente e assalirono un bastione dei nemici. Non trovando alcuna guardia a difenderlo, entrarono in un borgo situato nei pressi dell’alloggiamento del Re. Qui trovarono le cucine dei francesi ben fornite, rovesciarono ogni cosa e mangiarono le vivande che
L'altro giorno, il campo dell'Imperatore si accostò a Pavia a quattro miglia, e quello stesso giorno furono mandati al signor Antonio di Leiva due messi con lettere, nelle quali egli era avvisato di ciò che doveva fare. E, cominciando la sera per la partenza del sole a imbrunire le contrade, con lo scoppio di tredici