La Battaglia di Pavia non fu un semplice scontro d’armi, ma un intreccio di inganni, audacia e tragedia, i cui dettagli ci sono giunti grazie ai cronisti dell’epoca. Quella che segue è solo la prima delle cronache di quel giorno memorabile: il racconto di Martino Verri, testimone degli eventi che sconvolsero il destino di Francesco
Nel cuore del Barco: assalto, sangue e speranza di vittoria Notte di prigionia: Francesco I è dentro Pavia Testimonianze dirette dal campo cesareo raccontano la battaglia, i morti illustri, la caduta del Re e il saccheggio del Barco. Giunse la notte, e con essa, più fitte, le voci del disastro. A Crema, si narrano ora
Pavia in fiamme, il Re in catene: la notizia corre verso Crema Il colpo al cuore del re: Francesco I catturato sotto gli occhi del nemico I Cesarei abbattono il muro del Barco e penetrano nel cuore francese. La battaglia infuria, ma la vittoria è vicina. Quando l’ora volgeva al vespro, da Crema giungevano parole
Ora per ora: le lettere da Crema raccontano la disfatta francese Nel cuore del Barco: assalto, sangue e speranza di vittoria 24 febbraio 1525, ore 19:30 – Le prime notizie della disfatta francese, giunte al podestà di Crema da uomini presenti al campo. Sovente la Storia, come un tamburo di guerra, si fa udire ancor
Durante l'assedio di Pavia, il Duca di Borbone e il Marchese di Pescara fecero assoldare ottomila Alemanni. Quando questi giunsero nella Gera d’Adda, i due comandanti riunirono le forze spagnole e italiane che erano a presidio di Cremona, Lodi e delle altre città imperiali. Così facendo, il loro esercito raggiunse un totale di ventiduemila fanti,
Il giorno 23 di Feuraio, gli Capitani Imperiali fecero dar all'arma, il che udito dal signor Antonio de Leva, subito si mostrò il più allegro & contento huomo del mondo, & quasi della vittoria indovino, fece mettere in punto tutte le compagnie, così tedesche come spagnuole, & parecchiate l’artiglierie, & tutte l’altre cose al fatto
Dopo quattro giorni, il Signor Giovanni si fece portare a Parma e, dopo alcuni giorni, fu risanato dalla piaga. E meglio fu per lui, poiché, se fosse rimasto sotto Pavia sino alla fine dell'assedio, sarebbe stato con gli altri o morto o preso. M. Verri, “Narrazione del pavese Martino Verri, testimonio oculare dei fatti accaduti
La notte seguente, a hore 4, di nuovo sentissimo tante artiglierie grosse e minute, che parea il mondo rovinasse nel campo dei Francesi. Per quello che hanno riferito le spie, fu il Sig. Marchese de Pescara che assaltò il campo dalla banda dei Lansquenet, e molti ne morirono; ma essendo mal instrutto, non so dir
Oltra di questo è da sapere, como in questi medesimi tempi, essendosi già molti giorni innanzi il signor Gioan Lodouico Pallavicino accordato col Rè di Francia, ragunate molte persone, egli era entrato a nome del Rè in Casalmaggiore, castello cremonese edificato sulla riva del Po, & quiui dimorando non poco disturbava gli Cremonesi; il perché