Dopo aver dato voce alla cronaca di Martino Verri, oggi si solleva un nuovo velo sulla tragedia e sul trionfo di Pavia. Un’altra testimonianza si aggiunge al racconto, un’altra eco del giorno in cui la Francia vide svanire le sue speranze e l’Impero consolidò il suo dominio. Questa volta, è un cronista anonimo a narrare
La notte seguente, a hore 4, di nuovo sentissimo tante artiglierie grosse e minute, che parea il mondo rovinasse nel campo dei Francesi. Per quello che hanno riferito le spie, fu il Sig. Marchese de Pescara che assaltò il campo dalla banda dei Lansquenet, e molti ne morirono; ma essendo mal instrutto, non so dir
Adì 18, circa le 20 ore, molte donne, bambini, saccomanni, artigiani e altra povera gente, forse duemila persone, uscirono dalla città attraverso Porta Nova di Milano per raccogliere erbe e legna, come era consuetudine fare ogni giorno. Tuttavia, il signor Giovanni de’ Medici, desideroso di vendicare l’ingiuria subita dai suoi uomini a Campezo, giunse improvvisamente
La notte seguente, dal nostro esercito all'esterno, arrivarono quattro cavalli leggeri che portarono lettere, ma il loro contenuto rimase sconosciuto. Tuttavia, confermarono la rotta del signor Rinso. Le spie riportarono che le trincee di entrambi gli schieramenti si erano avvicinate tanto da distare appena venti braccia l'una dall'altra. Inoltre, il Marchese di Pescara aveva dichiarato