Tra l’Attesa della Battaglia e un Falso Allarme

Tra l’Attesa della Battaglia e un Falso Allarme
di Francesco Taegio

Francesco Taegio

Il giorno 23 di Feuraio, gli Capitani Imperiali fecero dar all’arma, il che udito dal signor Antonio de Leva, subito si mostrò il più allegro & contento huomo del mondo, & quasi della vittoria indovino, fece mettere in punto tutte le compagnie, così tedesche come spagnuole, & parecchiate l’artiglierie, & tutte l’altre cose al fatto d’arme richiedevoli, ordinò che il signor Matteo di Beccaria, & alcuni altri cittadini pavesi restassero alla guardia della città.
Ma Bartolomeo Eustachio, di gloria & onore cupidigiosissimo, non volle egli per modo alcuno restare nella città; ma con ardire grandissimo deliberò di voler ad ogni modo uscire anco egli contra gli nemici armato.

F. Taegio, “Rotta e prigionia di Francesco primo, re di Francia, sotto Pavia l’anno 1525”, tradotta dal Cremonese Cambiago, Pavia, per Gio. Andrea Magri Stampatore della Città, 1655

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Anonimo Pavese

Adì 23, l’Ill.mo Signor Antonio de Leva fece mettere ad ordine sei pezzi d’artiglieria leggera e radunare molti guastatori, zappe, badili e altre diverse munizioni. Fece inoltre preparare tutte le fanterie e la gente d’arme, tanto che in verità tutti pensavano di dover uscire a combattere. Ma, dopo essere stati così pronti per un pezzo, ognuno ritornò al proprio alloggiamento.

A. Bonardi, “Diario inedito dell’assedio e della battaglia di Pavia, 1524-1525”, in Memorie e Documenti per la Storia di Pavia e suo principato, P. Moiraghi, Pavia, Premiata tipografia ed eliotipia fratelli Fusi, 1894

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L.M.

Il 23 febbraio 1525 fu una giornata sospesa tra l’entusiasmo della battaglia imminente e una calma improvvisa che lasciò tutti con il fiato sospeso.Due cronache diverse, quella di Francesco Taegio e quella dell’anonimo pavese, ci offrono due prospettive su questo giorno in cui tutto sembrava pronto per lo scontro decisivo… ma lo scontro non avvenne.

L’Entusiasmo della Vittoria: Antonio de Leyva e l’Ardore di Bartolomeo Eustachio

Secondo Francesco Taegio, i capitani imperiali diedero l’ordine di all’arme, segnale che annunciava l’arrivo di un grande scontro.Antonio de Leyva, comandante della difesa di Pavia, apprese la notizia con gioia, come se già presagisse la vittoria.Ordinò immediatamente che tutte le compagnie tedesche e spagnole si preparassero, fece predisporre l’artiglieria e organizzò ogni cosa per la battaglia imminente.Per difendere la città, stabilì che Matteo Beccaria e alcuni cittadini pavesi restassero di guardia.

Ma tra coloro che avrebbero dovuto restare dentro le mura vi era Bartolomeo Eustachio, soldato bramoso di gloria, che non volle in alcun modo rimanere fermo, insistendo per uscire e combattere contro il nemico.Il desiderio di battaglia era tangibile: tutto sembrava pronto per uno scontro epico.

L’Ordine di Guerra… e l’Inspiegabile Rinvio

L’anonimo cronista pavese conferma che i preparativi furono imponenti:Furono predisposti sei pezzi d’artiglieria leggera.Molti guastatori furono radunati con zappe e badili, come se fosse in corso un’operazione militare strategica.Tutte le fanterie e la cavalleria si prepararono al combattimento.

Ma poi… il nulla.Dopo essere rimasti pronti per un lungo tempo, l’ordine di attacco non arrivò.Ognuno tornò al proprio alloggiamento, lasciando nell’aria un senso di attesa e di mistero.L’anonimo pavese non offre spiegazioni per questo ripensamento improvviso, lasciando l’impressione che qualcosa sia accaduto dietro le quinte.

Due Versioni, Un’Unica Incertezza

Taegio enfatizza l’entusiasmo di Antonio de Leyva e la determinazione di Bartolomeo Eustachio, mentre l’anonimo pavese sottolinea l’improvviso annullamento della sortita.Era forse un’operazione di distrazione? O un cambiamento improvviso dei piani imperiali?Forse la battaglia era alle porte, ma il momento decisivo non era ancora giunto.

Quello che è certo è che, per i soldati pronti a combattere, fu una giornata di tensione… e di un’attesa che ancora una volta non trovò sfogo nel sangue.

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